Pisa …gastronomica
Difficile trasferta toscana domani sera martedì 29 ottobre ore 21.00 per la Salernitana nel campionato di Lega B 2019/20 contro il Pisa reduce dalla scottante sconfitta del derby. I granata sono di scena allo stadio Arena Garibaldi-Romeo Anconetani (10.000 spettatori- via A.Rosmini 12) per una sfida che rievoca grandi battaglie calcistiche e profuma di storia.
L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo, prima di andare a tifare per la nostra squadra, Vi consiglia di gustare le bonta’ enogastronomiche del territorio livornese presso
Antipasto locale
Pappa al pomodoro
Bordatino alla pisana
Pasta e ceci
Baccalà coi porri e stoccafisso con patate
Fagiano, lepre, daino o cinghiale in umido
Fagioli all’uccelletto
Cantucci con il vin santo
PRODOTTI TIPICI DELLA ZONA
La cucina pisana, come tutta quella toscana, è una cucina povera che coniuga ricette di mare e di terra, predilige piatti semplici e trova nel pane toscano (il pane senza sale) un elemento essenziale.
Altro ingrediente che caratterizza in particolare le cucina pisana è il tartufo, particolarmente pregiato in questa zona. Da non sottovalutare anche i vini e l’olio d’oliva, tra i più rinomati della Toscana.
Clima e territorio
Previsti 18 gradi per una serata piovosa.
La storia di Pisa passa attraverso secoli di splendore economico e culturale, intervallati da dominazioni soffocanti che hanno determinato periodi di degrado e di abbandono. Nonostante il suo tormentato e turbolento passato la città conserva opere di enorme valore artistico e culturale, ammirate e apprezzate da milioni di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Per chi desidera conoscere a fondo l’antica Repubblica Marinara l’Università Telematica Niccolò Cusano ha realizzato una piccola guida contenente un breve riassunto della storia di Pisa. Partiamo dalla collocazione geografica, alla quale è strettamente correlato lo sviluppo e il percorso storico della città.
Dove si trova Pisa
La città è situata nella parte nord della Toscana, nell’area della pianura attraversata dall’Arno. Alle spalle è protetta dal gruppo del monti Pisani che la separano da Lucca. Un tempo la zona era occupata da un golfo, il Sinus Pisanus, una grande laguna salmastra che si estendeva fino alla Città di Livorno. Nel corso del tempo i detriti trasportati dal fiume e le opere di bonifica dei Medici hanno formato una sorta di pianura che ha allontanato la città dal mare; attualmente la mappa di Pisa pone la città a circa 12 chilometri dalla costa.
Origini
Il nome ‘Pisa’ deriva probabilmente dall’etrusco e significa ‘bocca’, ‘foce’; l’associazione è dovuta alla posizione che un tempo vedeva la città sorgere proprio sulla foce dell’Arno. Tra le varie ipotesi formulate per identificare le origini storiche, la più accreditata sembra essere quella che vede nascere Pisa come porto fluviale etrusco, intorno alla metà del VI secolo a.C.; anche se in realtà è testimoniata la presenza di nuclei abitativi già intorno al IX secolo a.C. La navigabilità del fiume e la vicinanza del mare hanno consentito uno sviluppo fiorente del commercio, affiancato da altrettanto fiorenti attività artigianali e di produzione di manufatti. La sua fondazione, avvenuta in una posizione geograficamente strategica, ha permesso agli Etruschi di instaurare proficui scambi commerciali e allo stesso tempo di difendere il territorio da eventuali incursioni. Nel I secolo a.C. diventa colonia romana; intorno al 600 viene assoggettata dai Longobardi e diventa il principale porto del Tirreno utilizzato per il commercio con la Sardegna, la Corsica, la Francia e la Spagna.
Repubblica Marinara
L’XI secolo segna uno dei periodi più fiorenti per la città. Pisa diventa una delle quattro Repubbliche Marinare, insieme ad Amalfi, Venezia e Genova; il suo porto attrae mercanti provenienti da tutto il Mediterraneo sviluppando in breve tempo una sorta di dominio assoluto su tutta l’area marittima occidentale. Agli anni che intercorrono tra l’XI e il XII secolo risalgono le costruzioni per cui oggi la città è famosa in tutto il mondo: il Duomo e la Torre Pendente. La ricchezza accumulata consente alla flotta pisana di intraprendere una serie di imprese marittime di successo, portate a termine con la fondazione di colonie in Nord Africa, in Spagna meridionale e sulle coste meridionali dell’Asia Minore. Con la Crociata guidata dall’arcivescovo Daiberto la città espande e stabilisce le proprie colonie commerciali in Medio Oriente, instaurando in questo modo importanti relazioni commerciali con l’Impero bizantino e tutto il mondo islamico. Dal periodo delle colonie, oltre allo sviluppo economico, deriva una forte contaminazione culturale ed artistica. La seconda metà del XII secolo segna un’espansione all’interno della stessa regione. Agli anni di splendore economico si affianca uno sviluppo artistico legato al nome di Nicola Pisano, Giovanni Pisano e Arnolfo di Cambio; nel campo della matematica viene ricordato Leonardo Fibonacci e il suo sistema numerico posizionale indiano. Pian piano però lo sviluppo economico della Repubblica Marinara toscana inizia a suscitare invidie e gelosie da parte delle Repubbliche rivali. La rivalità sfocia nella battaglia navale di Meloria, combattuta contro Genova nel 1284, nelle acque antistanti il porto pisano. Inizia così il declino e la perdita della supremazia sul mare. Al periodo di splendore seguono importanti cambiamenti politici: la classe dei mercanti, diventata sempre più potente, riesce ad inserire la figura del Capitano del Popolo, sostituendola al console. Il popolo si ribella ed impone nei consigli legislativi, fino a quel momento guidati esclusivamente dai nobili, i consigli formati da propri rappresentanti con il compito di ratificare le leggi. XV secolo: il dominio di Firenze Agli inizi del ‘400 Pisa, tradita dal suo stesso Capitano del Popolo Giovanni Gambacorta, viene occupata dai fiorentini. L’occupazione e il successivo dominio, portato avanti seguendo una linea dura e intransigente, provoca un periodo di recessione al quale si aggiunge una forte instabilità politica. Le conseguenze registrano un calo demografico e un progressivo impoverimento della città, sia a livello economico che culturale. Si temono nuove rivolte per cui più di 300 persone, ritenute potenzialmente pericolose, vengono allontanate; per il timore di subire la stessa sorte i nobili decidono di abbandonare la città. Per eliminare la concorrenza commerciale rappresentata da Pisa ai danni di Firenze, i commercianti vengono fortemente penalizzati da una tassazione insostenibile. Nel 1494, con l’arrivo in Italia di Carlo VIII, re di Francia, si concretizzano i piani di ribellione orditi dalle poche famiglie pisane rimaste; il popolo insorge e riesce a scacciare i fiorentini. Seguono anni di disperata resistenza ai tentativi di attacco di Firenze, fino al 1509, quando stremata da anni di guerra e fortemente provata dal blocco degli approvvigionamenti Pisa è costretta a capitolare. Il contingente fiorentino entra in città e mette fine alla Repubblica. Lo stato di abbandono conduce la città a vivere un declino progressivo e inesorabile fatto di saccheggi e malattie provocate dalla ricomparsa delle paludi.
Il Rinascimento
Per assistere ad una rinascita della città bisogna attendere il XVI secolo e in particolare la Signoria dei Medici. I signori di Firenze danno il via a innumerevoli opere di bonifica tra le quali anche il canale di unione al porto di Livorno. Nel 1543 riaprono l’Università e nel 1544 istituiscono l’orto botanico. Promuovono un susseguirsi di interventi urbanistici tra i quali figurano il Ponte di Mezzo, gli edifici di Piazza dei Cavalieri e le Logge dei Banchi. Sui Lungarni vengono costruite le residenze signorili e il Palazzo Reale. Con l’obiettivo di ripopolare la città e ridestare il commercio e le attività industriali, Cosimo I de’ Medici concede al popolo pisano una serie di agevolazioni, sia dal punto di vista fiscale che giudiziario. Con Lorenzo il Magnifico viene costruito il Palazzo della Sapienza, di fianco alla Fortezza Vecchia.
Da Napoleone ai conflitti mondiali
Tra il 1809 e il 1814 si assiste a una breve invasione napoleonica. A Napoleone si deve la fondazione della Scuola Normale Superiore, sul modello dell’Ecole Normale di Parigi. Nel 1860 la città viene unita al Regno d’Italia. Nel 1872 partecipa attivamente ai moti risorgimentali. Il primo conflitto mondiale non lascia particolari segni alla città toscana che però subisce l’azione repressiva messa in atto dal governo fascista.
Totalmente diversa la sorte di Pisa durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il 31 agosto del 1943 subisce un pesante bombardamento da parte dell’aviazione americana, che rade al suolo interi quartieri. Viene colpita in particolare la zona della stazione, all’epoca importante nodo ferroviario, e l’area di Porta a mare.Il 1944 segna l’anno delle rappresaglie e delle fucilazioni nazifasciste. Si continuano a registrare pesanti bombardamenti che distruggono la Cittadella, il Palazzo Pretorio, il Ponte di Mezzo e gli altri ponti sull’Arno. Poco più di un mese dopo viene colpito il tetto del Camposanto monumentale, totalmente distrutto dal fuoco.
La liberazione della città avviene il 2 settembre 1944, ma il bilancio dei danni è pesantissimo, sia per quanto riguarda le vite umane e sia per quanto concerne il patrimonio artistico di Pisa.
Satolli ma pienamente soddisfati corriamo poi allo stadio a gridare SEMPRE COMUNQUE ED OVUNQUE FORZA SALERNITANA
L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo
Responsabile Comunicazione Salerno Club 2010 e conduttore Tifosissimi
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